Il ruolo degli anticorpi monoclonali nella cura della leucemia linfatica cronica

Gli anticorpi sono proteine prodotte dal sistema immunitario che hanno la capacità di riconoscere in modo specifico un’altra proteina (detta antigene) e legarsi a essa. In presenza di un virus o di un batterio, il sistema immunitario produce grandi quantità di anticorpi capaci di legarsi ad antigeni presenti sulla superficie dei microrganismi: gli anticorpi raggiungono ogni angolo del nostro organismo, si legano al microrganismo patogeno e facilitano la sua distruzione da parte del sistema immunitario.1a

Oggi siamo in grado di produrre anticorpi artificiali (detti anticorpi monoclonali) che riconoscono particolari antigeni presenti sulle cellule tumorali, in modo che il sistema immunitario del paziente possa distruggerle più facilmente.1b,2a Gli anticorpi monoclonali fanno parte della categoria delle immunoterapie, perché funzionano sfruttando le naturali difese dell’organismo umano. 2b Tuttavia, possono essere considerati anche farmaci a bersaglio molecolare, vista la loro capacità di agire in modo estremamente mirato. 1c

I tipi di anticorpi monoclonali per la LLC

Per creare un anticorpo molecolare da utilizzare a scopo terapeutico contro il cancro è necessario innanzitutto individuare un appropriato antigene bersaglio presente sulla superficie delle cellule tumorali. Questo processo non è affatto facile e richiede anni di ricerche.1d

Nel trattamento della leucemia linfatica cronica (LLC) si utilizzano due classi di anticorpi monoclonali, che hanno come bersaglio due particolari proteine:

  • il CD20, un antigene presente sulla superficie dei linfociti B;2c
  • il CD52, un antigene presente non solo sulla superficie delle cellule leucemiche, ma anche su quella dei linfociti T.2d

Quando e come si usano gli anticorpi monoclonali?

Nel trattamento della LLC gli anticorpi monoclonali possono essere utilizzati da soli, insieme ad altri farmaci a bersaglio molecolare o con la chemioterapia.2f

Come vengono somministrati gli anticorpi monoclonali?

Gli anticorpi monoclonali vengono somministrati quasi sempre mediante infusione endovenosa; in altre parole, vengono iniettati direttamente nel sangue del paziente. Si tratta di un processo piuttosto lungo e una singola dose può richiedere anche diverse ore. 2o,n

Gli effetti collaterali degli anticorpi monoclonali

Poiché gli anticorpi sono proteine, la loro somministrazione può dare luogo a una forma di risposta allergica detta “reazione all’infusione”, specialmente dopo la prima somministrazione.1e Questa reazione può manifestarsi durante la somministrazione del farmaco o anche diverse ore dopo. Può dar luogo a sintomi lievi, come prurito, brividi, febbre, eruzione cutanea o nausea. Tuttavia, può anche insorgere in forma più grave: in tal caso possono essere presenti dolore toracico, aumento della frequenza cardiaca, rigonfiamento del volto o della lingua, tosse e difficoltà respiratorie. Alcuni tipi di farmaci, somministrati prima dell’inizio dell’infusione di anticorpi monoclonali, possono ridurre il rischio di reazioni all’infusione.2q

Gli anticorpi anti-CD20 usati nella LLC possono provocare anche altri effetti collaterali. 2r

  • Riattivazione del virus dell’epatite B. In persone che presentano questo microrganismo patogeno in forma dormiente nel loro organismo, la terapia con anti-CD20 può risvegliarlo, con il rischio di gravi problemi al fegato. 2r
  • Aumento del rischio di infezioni. Gli anti-CD20 rendono più suscettibili alle infezioni, anche a diversi mesi di distanza dall’ultima dose di anticorpo ricevuta. 2r
  • Sindrome da lisi tumorale. È una reazione rara e grave, che si verifica nelle persone con un numero particolarmente elevato di linfociti. Queste cellule immunitarie vengono distrutte dall’anticorpo molecolare e rilasciano il loro contenuto (soprattutto minerali) nel sangue del paziente, provocando problemi ai reni, al cuore e al sistema nervoso.  2r

IT-12520

Bibliografia
1. America Cancer Society. Immunotherapy.
2. American Cancer Society. Treating Chronic Lymphocytic Leukemia.