Non sempre la leucemia linfatica cronica richiede una terapia.
Nella maggior parte dei casi, infatti, la malattia ha un andamento lento e i pazienti possono rimanere asintomatici a lungo, senza necessità di trattamento. (1)
In questa fase la malattia deve essere tenuta sotto osservazione eseguendo esami del sangue periodici e visite specialistiche per controllare il numero dei linfociti, l’eventuale ingrossamento di milza e linfonodi e l’eventuale comparsa di altri segni della malattia. Numerosi studi hanno infatti dimostrato che in questa fase le terapie non hanno nessun effetto positivo e sono quindi inutili. (2)
Questa fase si chiama WATCH and WAIT, proprio perché consiste in «un’OSSERVAZIONE ATTENTA». (2)
Il TRATTAMENTO diventa invece necessario quando la malattia progredisce o nel caso compaiano i sintomi e la malattia diventi attiva. (3)
La decisione viene presa dal medico in base a una specifica valutazione del rischio utilizzando i sistemi RAI, BINET e alla presenza o meno dei sintomi. (3)
Elaborazione grafica da tab. 1, Ref. 3
Oggi sono disponibili diversi approcci terapeutici per il trattamento della leucemia linfatica cronica. (3)
La scelta viene fatta in base alle caratteristiche della malattia (stadio, presenza di fattori prognostici e di sintomi), all’età e alla presenza di eventuali altre patologie. (4)
Le opzioni disponibili sono: farmaci chemio-immunoterapici (o chemio-immunoterapia) e farmaci a bersaglio molecolare (target therapy). (4)
La chemio-immunoterapia consiste nella combinazione della chemioterapia ad anticorpi monoclonali. (5)
I farmaci a bersaglio molecolare agiscono in modo mirato legandosi in modo specifico a una proteina sulla superficie o all’interno delle cellule leucemiche. (5)
Alcuni esempi sono: (5)
FONTI: